La Storia dell’Ortodonzia

L’ortodonzia, così come la conosciamo, inizia i primi passi solo verso la fine dell’ottocento. Prima di allora faceva parte dell’odontoiatria generale e rientrava nella protesi dentale. Il dentista adattava i principi meccanici, usati per le protesi, ai denti, avendone già intuito le possibilità di movimento. Nella medicina classica dell’antico Occidente era già presente notevole attenzione ai denti con lo scopo di correggere un difetto estetico. Già nel primo secolo dopo Cristo Cornelio Celso raccomandava l’estrazione dei denti da latte per dirigere l’eruzione dei denti permanenti con la pressione delle dita.Fu la cultura araba, intorno all’anno mille, a recuperare e migliorare le antiche conoscenze mediche dell’Occidente. In tale epoca il dentista arabo Abulcasim limava i denti per creare spazio e correggere la posizione dei denti, osservando quanto i denti irregolari fossero sgraditi alle donne.
Nel Settecento si vedranno comparire i primi apparecchi correttivi dentali e la tecnica per applicarli fu descritta da Fauchard in “Le chirurgien dentiste” nel 1728.
Per eliminare il sovraffollamento dentario nella bocca, egli inseriva dei fili di cotone negli spazi interdentali, lasciandoveli in modo che il filo si gonfiasse per l’umidità salivare, rendendo mobile il dente e poi lo posizionava in posizione corretta con un apparecchio di sua invenzione e lo fissava con dei fili robusti per un determinato periodo fino a che il dente riacquistava fissità. In seguito ebbe la geniale intuizione di usare un nastro d’argento, unito ai denti tramite legature con fili metallici per ottenere l’allineamento: nasce così l’Ortodonzia Ortopedica.
Ma solo nell’Ottocento si registrarono rapidi progressi delle scienze e la nascita delle specializzazioni in medicina. Verso la fine di tale secolo la Francia perse il proprio predominio culturale a vantaggio degli Stati Uniti.
In tale epoca già Hunter proponeva l’uso di un piano inclinato per correggere il progenismo (quando la mandibola sporge in avanti rispetto alla mascella).
Con la scoperta poi del caucciù vulcanizzato si ebbe un’alternativa agli apparecchi metallici in oro o argento e comparvero sulla scena i primi apparecchi mobili (Brewster e Richardson 1860) con viti e molle per ottenere soprattutto un’espansione dell’arcata dentale.
Sin dagli inizi di questo secolo si passò quindi da una concezione solo estetica dei denti (intesi come ornamento del volto) a una concezione funzionale degli stessi. Comparvero così le mentoniere, le trazioni extraorali e intermascellari. Bizzarra è la soluzione proposta da Grandhomme a New York che utilizzava delle strisce di caucciù poste tra i denti preparati e incappucciati con cappette ricavate da denti d’ippopotamo.
Tuttavia, fu solo nel 1842 che l’italiano Carabelli definì una precisa nomenclatura delle malocclusioni.

Scuola americana in Ortodonzia

Agli inizi del Novecento furono scoperti i raggi X e la radiologia fu applicata all’odontoiatria. 
Avvenne così la comparsa della moderna ortodonzia per merito della scuola americana con Kingsley, Farrar e Angle. A causa della loro
concezione puramente meccanicistica gli americani si dedicarono soprattutto all’evoluzione dell’ortodonzia fissa.
Apparvero così sulla scena i primi anelli dentali (bande) all’inizio in oro, sostituito poi dall’acciaio, gli archi e i fili. Angle progettò così bande prefabbricate alle quali fissò degli attacchi (slot) per l’inserimento degli archi.
Tali apparecchi fissi e la loro tecnica di applicazione ebbero in tal modo un’ulteriore evoluzione per merito di Tweed, Jarabak, Ricketts, Andrews e Roth (solo per citarne alcuni), sino ai nostri giorni.

Ortodonzia: scuola europea

A differenza di quella americana la scuola europea sosteneva un indirizzo biologico-funzionale.
Era cioè un’ortodonzia veramente ortopedica, che mirava cioè a guidare lo sviluppo delle ossa craniche per correggerne le anomalie scheletriche secondo un concetto di armonia estetica del viso.
E la scuola italiana diede un valido contributo alla diffusione di questa moderna concezione dell’ortodonzia. Si decise dapprima di progettare questa terapia funzionale con le analisi cefalometriche e le simulazioni di trattamento per ciascun caso. Nacquero così gli apparecchi mobili funzionali con la creazione del primo monoblocco e degli attivatori (Robin, Planas, Cervera, Frankel, Bass, ecc.).
Con la comparsa della cefalometria computerizzata si giunge così ai giorni nostri.

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Prof. Vito Tomasicchio

Dentista a Bari: Centro dentistico Tomasicchio