L’implantologia a carico immediato è sempre la scelta migliore ?
L’implantologia a carico immediato è una recente tecnica di chirurgia protesica che ha lo scopo di sostituire gli elementi dentali ormai perduti in maniera rapidissima.
Mentre nell’implantologia tradizionale, a carico convenzionale o differito, è obbligatorio un periodo di guarigione, variabile tra i tre e i sei mesi dopo l’inserimento degli impianti, prima che su questi venga applicata la protesi, nell’implantologia a carico immediato questo non accade.
Nell’implantologia a carico convenzionale scopo del tempo di attesa è quello di permettere la guarigione dell’osso che circonda gli impianti inseriti per ottenere un solido legame tra osso e impianti, definito osteointegrazione. Vi è però il grosso svantaggio di dover rimanere senza denti per un periodo lungo, durante il quale può essere anche poco confortevole utilizzare una protesi mobile.
Con il carico immediato la protesi sugli impianti può essere subito applicata, e il paziente vede risolversi in poco tempo i suoi problemi anche gravi di assenza dentale. Questa metodica quindi incontra molto i favori dei pazienti ed è stata resa possibile grazie all’attuale migliore morfologia degli impianti con innovative caratteristiche di superficie e all’aiuto di moderne tecnologie come l’implantologia computer assistita e alle nuove tecniche diagnostiche in radiologia come la tomografia computerizzata Cone Beam che permette di utilizzare di software così sofisticati da farci ottenere immagini virtuali delle arcate ossee mascellari del paziente. Il tempo di guarigione è stato così tanto ridotto fino a giungere ad applicare la protesi nello stesso giorno nel quale gli impianti sono stati inseriti , ottenendo ottimi risultati quasi identici a quelli ottenuti con la tecnica di implantologia a carico convenzionale o differito.
Ma c’è un ma…
L’implantologia a carico immediato è possibile solo se il paziente presenta determinati requisiti. I protocolli internazionali raccomandano di inserire impianti a carico immediato solo nei pazienti con queste caratteristiche.
- presenza di una buona quantità e qualità di osso mascellare o mandibolare e dopo che abbiano concluso la fase di crescita ossea;
- pazienti non in terapia con corticoidi e bifosfonati o in terapia oncologica per patologia ossea;
- con notevole stabilità primaria degli impianti una volta inseriti (superiore a 30 Newton)
- con un buon supporto gengivale;
- con assenza di bruxismo (digrignamento dentale) o grave malocclusione
- la presenza di un buon bilanciamento occlusale cioè con un corretto piano masticatorio.
Di importanza fondamentale è l’ottenimento di un’elevata stabilità nell’osso, in modo da permettere l’immediata protesizzazione senza il rischio di compromettere il risultato finale. Le moderne tecniche chirurgiche permettono di ottenere un’alta stabilità dell’impianto, ma se la qualità ossea è scadente, accade di non poter assolutamente raggiungere questo risultato assolutamente necessario per il raggiungimento del successo finale implantoprotesico.
Occorre, quindi, che il chirurgo selezioni con attenzione i pazienti e le loro condizioni e soprattutto non garantisca la certezza assoluta di poter inserire gli impianti con questa metodica. Nessun intervento chirurgico è scevro da insuccessi e, se si rileva che l’impianto all’atto dell’inserimento non possiede la necessaria elevata stabilità nell’osso non necessariamente occorre ritenere che sia destinato al fallimento.
Basterà solo attendere qualche mese senza caricarlo per permettere all’osso circostante di consolidarsi sino a raggiungere l’osteointegrazione.
Non bisogna perciò farsi attrarre da facili promesse di protesi istantanee su impianti, ricordando sempre che in tutti i campi della chirurgia, la velocità non è mai sinonimo di qualità. Un bravo chirurgo non ricerca mai pubblicità a scapito del successo del suo operato, e questo comportamento professionale è la sola vera garanzia per il paziente.