Quando l’impianto dentale è sconsigliato

 

Gli impianti dentali sono una procedura chirurgica ormai molto diffusa e praticata, tuttavia qualsiasi manovra eseguita dal chirurgo su un paziente deve essere sempre preceduta dalla domanda se tale terapia sia indicata.

Il modo più semplice per capirlo in tutta onestà è che il chirurgo si ponga la domanda se lui stesso si sottoporrebbe a quanto proposto oppure no.
Esistono, infatti, delle “controindicazioni” di carattere locale o generale, temporanee o permanenti che sconsigliano fortemente l’implantologia dentale: in realtà tutti i pazienti in buona salute possono essere sottoposti a un intervento di Implantologia dentale  per ritrovare il sorriso, solo, però,  un esperto chirurgo implantologo saprà necessariamente valutare “la situazione clinica globale” del paziente.
Sarà anche molto importante conoscere quali siano le  abitudini del paziente per l’igiene orale e indagare sulle sue eventuali abitudini errate (fumo, alcol etc.) o allergie ai farmaci.
Poi deciderà, da caso a caso, se e come intervenire.

Casi e controindicazioni

Le controindicazioni assolute, ovvero i casi in cui l’impianto dentale non dovrebbe essere mai praticato, sono le seguenti:

  • Immunodeficienza (deficit della risposta immunitaria alle infezioni). Tale paziente è esposto a rischi troppo elevati per affrontare un intervento di Implantologia dentale
  • Cirrosi epatica
  • Insufficienza renale
  • Malattie mentali o gravi disturbi psicologici.
  • Malattie neurologiche gravi (ictus, morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer.
  • Uso di sostanze stupefacenti
  • Neoplasie in atto e pazienti in chemioterapia o sottoposti a  terapia radiante nei tre mesi prima dell’intervento di Implantologia dentale. Le attuali indicazioni per tali pazienti sono che un paziente in chemioterapia possa affrontare interventi chirurgici già dopo circa 2-3 mesi dalla fine della chemioterapia mentre un paziente che ha subito un trattamento radiante nel distretto facciale, dovrà attendere almeno 12 mesi prima di essere sottoposto a implantologia dentale.

Le controindicazioni relative, invece, riguardano quei fattori sfavorevoli da tenere in considerazione nella valutazione circa l’appropriatezza di un impianto dentale. Queste sono:

  • Diabete grave, scompensato.
  • Malattie autoimmunitarie (quando vi è una anormale reazione immunitaria verso organi dell’organismo stesso, come nel caso del Lupus Eritematoso Sistemico- LES e dell’ARTRITE REUMATOIDE).
  • Malattie cardiocircolatorie con pazienti con protesi valvolari cardiache e pregresse endocarditi batteriche. In tali pazienti esistono rischi elevati che vanno valutati con il cardiologo curante perché spesso i batteri del cavo orale possono aggredire i tessuti cardiaci provocando seri danni.
  • Disturbi della coagulazione
  • Patologie delle mucose orali come il lichen planus, pemfigo, eritema multiforme, stomatite erpetica, ecc.
  • Osteoporosi. Questa patologia non è un vero fattore di rischio per il posizionamento degli impianti. Il problema legato all’osteoporosi è legato ai bifosfonati, farmaci che vengono utilizzati soprattutto nell’osteoporosi grave e nelle terapie in presenza di neoplasie e vengono somministrati per os, endovena o intramuscolo. Questi farmaci ormai molto comuni, non vengono metabolizzati e permangono nell’osso per molti anni in elevate concentrazioni. Qualsiasi intervento chirurgico, non solo implantologico, quindi, espone al rischio di necrosi ossea a livello dei mascellari per i pazienti, soprattutto se in terapia endovenosa con tali farmaci.
  • Gravidanza
  • Tabagismo. Il consumo di tabacco aumenta il rischio di insuccesso impiantare di circa il 10% e costituisce una controindicazione nei casi più complessi come quelli con innesti ossei. La nicotina. Infatti, modifica la circolazione del sangue , causando una riduzione dell’apporto di sangue nella zona del nuovo impianto e verso i tessuti molli del cavo orale con un indebolimento delle difese immunitarie e rallentamento del processo di guarigione dei tessuti. In tali casi la struttura ossea è più rarefatta.
  • Parodontopatia (piorrea). Se il paziente non pratica abitualmente una corretta igiene orale, dovrà assolutamente abituarsi ad un costante controllo della placca batterica. In caso contrario vi sarà un rischio elevato di perdita degli impianti a causa della perimplantite ( infezione e distruzione dell’osso come avviene nella piorrea).

Nel successivo articolo vi illustreremo le possibili complicanze negli interventi di implantologia dentale.

Prof. Vito Tomasicchio