Talvolta il dentista fa diagnosi di granuloma dentale riguardante un nostro dente cariato dopo avere eseguito una radiografia del cavo orale. Il paziente spesso si spaventa, perché associa questo termine ad altre malattie ben più pericolose che terminano in “oma” come sarcoma, carcinoma, ecc.. Ma per fortuna non è questo il caso del granuloma.

Cos’è un granuloma dentale?

E’ un’infezione cronica localizzata all’apice della radice di un dente (granuloma periapicale). In genere i pazienti conoscono e temono le patologie orali acute come la carie penetrante e la parodontite acuta (piorrea) che causano dolore. Tendono a trascurare, invece, le malattie croniche che hanno un decorso lento e con sintomatologia dolorosa, quasi assente tanto da passare inosservata.

Rischi e conseguenze

Accade così che, quando il danno viene rilevato, esso è così esteso da causare l’impossibilità di un recupero funzionale dell’elemento dentale compromesso con conseguente perdita dello stesso. I batteri cariogeni, infatti, dopo aver superato lo smalto, si diffondono velocemente in profondità, causando la morte dei vasi e nervi dentali (necrosi pulpare) spesso senza provocare dolore o fastidio all’ammalato.

Possibili cause del granuloma dentale

Una carie trascurata o una frattura della corona dentale con successiva infezione della polpa o anche, talvolta, una terapia canalare (devitalizzazione) mal eseguita causano una proliferazione batterica all’interno del dente. Questi batteri e le loro tossine iniziano così a uscire dal dente proprio attraverso quei fori, situati all’apice della radice, attraverso i quali passavano i vasi e nervi della polpa dentale. Spesso l’organismo cerca di difendersi da questa diffusione batterica, creando una capsula di contenimento attorno all’apice radicolare, dando inizio così al granuloma.

Tipi di granuloma

Vi è un granuloma semplice di forma rotonda o lievemente ovalare situato attorno all’apice radicolare, generalmente asintomatico e di piccole dimensioni. Quando però l’infezione si cronicizza, avremo un granuloma ascessualizzato con grave infezione purulenta della radice e notevole sintomatologia dolorosa. Si può poi avere anche un granuloma cistico quando, a causa del persistere dello stimolo infettivo, questo aumenta di volume tanto da causare un danno osseo notevole.

Cosa accade se non s’interviene?

Non vi è alcuna possibilità di guarigione spontanea ma l’infezione cronica progredirà lentamente sino a causare la distruzione totale della radice e la perdita dell’elemento dentale compromesso. Ma anche se un granuloma rimane nella sua forma semplice e asintomatica, quel dente rappresenta sempre un serbatoio d’infezione per l’organismo, trasformandosi in un focolaio di malattia (foci dentali) che può dare adito a malattie gravi cardiache (endocarditi) o renali (glomerulonefriti).

Cure, terapie e trattamenti

La terapia antibiotica, purtroppo, da sola non è sufficiente ed è indicata inizialmente solo nella forma acuta di granuloma ascessualizzato. Occorre sterilizzare il dente colpito dalla patologia granulomatosa. E’ cioè necessaria la terapia canalare (devitalizzazione). Se eseguita correttamente, si avrà la completa guarigione con la scomparsa del granuloma al successivo esame radiografico dopo qualche mese. Non sempre è però possibile eseguire una corretta devitalizzazione a causa d’impedimenti legati all’anatomia dentale o a una precedente scorretta devitalizzazione o ancora alla presenza di una capsula o di un complesso restauro con perni della corona dentale.

In tali casi l’unico rimedio possibile è l’apicectomia consistente nell’asportazione chirurgica dell’apice radicolare dentale. Ove neppure questa terapia sia possibile, non rimane che ricorrere all’estrazione dentale.

Prof. Vito Antonio Tomasicchio

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