Nel gergo comune è chiamata “afta” oppure “fiacchetta”, mentre nel linguaggio medico ulcera aftosa o stomatite aftosa. Qualche consiglio per soffriremeno e guarire prima.

L’afta si manifesta in genere all’interno delle bocca come piccole lesioni circolari, singole o in grappoli, di colorito biancastro e circondate da un alone rosso. La parte bianca centrale è costituita da cellule morte e da detriti. In genere guariscono spontaneamente senza lasciare cicatrici.
Quando il loro diametro arriva a superare il centimetro, si parla più correttamente di “periadenite mucosa necrotica ricorrente”. Questo tipo di afta è più fastidiosa, può persistere per settimane e guarisce lasciando una piccola cicatrice.

Come mai queste afte sono così fastidiose?
Chi almeno una volta ne ha sofferto conosce bene la motivazione: si tratta di lesioni che di rado superano il centimetro ma provocano un dolore spropositato rispetto alla grandezza. Il fastidio è tale che toglie la voglia di mangiare o di parlare.

Quali persone sono più a rischio di contrarre un’afta?
Non sono state ancora scoperte delle cause specifiche, ma spesso le afte compaiono in particolari situazioni di stress mentale e fisico. Persone con malattie più o meno gravi che comportano un impegno del sistema immunitario quali una banale influenza oppure il morbo di Crohn, la celiachia o l’AIDS sono più soggetti alla malattia aftosa. Carenze di vitamine tipo l’acido folico e la vitamina B12, che portano all’anemia perniciosa, sembrano coinvolte nell’insorgenza delle aftosi; oppure la mancanza di sostanze come il ferro sembrerebbe implicata nella patogenesi.
La guarigione è in genere spontanea e la terapia causale non è conosciuta non essendo note le cause specifiche di comparsa.

 

Come possiamo allora aiutare la cicatrizzazione e alleviare il dolore provocato dalle lesioni?L’applicazione sulle ulcerette di una bustina bagnata di tè nero -grazie all’azione dell’acido tannico- può servire a rendere più rapida la guarigione. Un’altra manovra consiste nell’applicazione di spray a base di cortisone o soluzioni a base di sucralfato, mentre per ridurre il dolore risultano utili applicazioni di lidocaina, un anestetico per uso locale, in soluzione o pomate.

In commercio potete trovare anche paste protettive o piccoli cerotti a base di carbossimetilcellulosa, che oltre a stimolare la guarigione e limitare il fastidio, creano una pellicola che impedisce l’irritazione dell’afta da parte della saliva, dei denti, di protesi dentarie e da bevande o liquidi di passaggio nel cavo orale.
Se compaiono grosse eruzioni aftose è possibile che siano accompagnate da febbre, malessere e ingrossamento dei linfonodi. In questi casi è consigliabile associare una terapia antibiotica per via generale e per sospensioni di tetraciclina -non consigliata sotto gli 8 anni d’età per problemi allo smalto dentario- che vanno tenute in bocca per qualche minuto, senza bisogno di essere ingerite.


Prof. Vito Tomasicchio